Progetto Ricerca Antropologica per le Cucine Popolari

REPORT INCONTRO FINALE

Lo scorso mercoledì 14 giugno ha avuto luogo, presso i locali dell’Università di Bologna in via Zamboni 38, l’incontro finale del Progetto di Ricerca Antropologica alle Cucine Popolari. L’evento ha rappresentato la chiusura di un lungo percorso che è iniziato nei primi mesi dell’anno e che ha visto coinvolti gli studenti e le studentesse del corso di “Metodologie della ricerca etnografica” della professoressa Cristiana Natali del corso di laurea magistrale “Antropologia culturale ed etnologia”.


Le studentesse e gli studenti del corso hanno più volte incontrato i volontari e le volontarie di Cucine Popolari, che ha rivestito il ruolo di “committenza” della ricerca, al fine di conoscere meglio la sua realtà e definire gli obiettivi della ricerca che avrebbe visto come protagonisti gli stessi ospiti delle quattro cucine.

Sono stati proprio gli ospiti e le ospiti di Cucine Popolari ad essere stati intervistati partendo dalla principale domanda di ricerca: Che ne pensi di Cucine Popolari?”. Questa prima domanda è stata poi declinata nella serie di interviste precedute da lavori sul campo e sopralluoghi. Le domande sono state adattate alle specificità di ogni mensa e degli ospiti intervistati.

 

In totale le studentesse e gli studenti hanno condotto ben 37 interviste  – dai venti minuti fino quasi alle due ore di durata! – agli ospiti e alle ospiti delle quattro mense coinvolte nel progetto. 

L’obiettivo era quello di dare voce a coloro che animano le Cucine Popolari oltre ai volontari e alle volontarie e la presentazione dei risultati delle interviste è stata un momento di vero confronto e scoperta per i partecipanti.

 

Durante l’incontro, gli studenti e le studentesse del corso hanno presentato il progetto partendo da una breve introduzione metodologica sulla domanda di ricerca e le modalità, sottolineando anche il problema del posizionamento molto caro ad ogni antropologo: è stato infatti spiegato come l’essere stati presentati agli ospiti in veste di intervistatori e intervistatrici da parte dei volontari, e quindi da parte di Cucine Popolari, è sicuramente un dato di cui tenere conto nella lettura di quanto emerso nelle interviste.

 

Per ogni mensa sono poi stati presentati i punti di forza, insieme a criticità e suggerimenti per migliorare il servizio. 

 

  • CUCINE POPOLARI DI BATTIFERRO

Le Cucine Popolari di Battiferro, sede storica di Cucine Popolari e mensa più numerosa, sono state interessate da 14 interviste, condotte dagli studenti e dalle studentesse che si sono divisi in maniera proporzionale tra le quattro sedi.

Dal racconto degli ospiti emerge un forte apprezzamento per la generale buona qualità del cibo, inclusi i prodotti da forno, ma anche il clima accogliente che si respira alla mensa grazie ai rapporti, quasi amicali, che si sviluppano tra volontari/e e ospiti nonché tra gli stessi ospiti. Molto apprezzati risultano anche essere, per chi vi ha partecipato, gli eventi organizzati da Cucine Popolari.

Le principali criticità sono di carattere “organizzativo” e si registrano nel momento dell’attesa del biglietto prima e del pasto poi, specialmente da parte di quegli ospiti che hanno problemi fisici e soffrono particolarmente la carenza di uno spazio adeguato d’attesa.

Da segnalare che rimane particolarmente apprezzata la modalità mista di erogazione del pasto la quale permette un’autoregolamentazione specialmente da parte di quegli ospiti che rimarrebbero altrimenti esclusi dalla sola modalità di consumo a tavola (es. lavoratori, famiglie con bambini, ecc.)

  • CUCINE POPOLARI DI SAN DONATO

Anche per le Cucine Popolari di San Donato è stato registrato un generale apprezzamento per la qualità e la quantità del cibo preparato dai volontari e dalle volontarie. Risultano fondamentali tutti i prodotti distribuiti a banco come latte, caffè, frutta e verdura.

Un’altra nota molta positiva è quella che riguarda l’attenzione dei volontari e delle volontarie verso gli ospiti e le ospiti: non passa inosservata ma anzi viene molto apprezzata la gentilezza dei volontari/e e lo spazio inclusivo che si viene a creare, specialmente nei momenti dell’attesa del pasto.

Tra le criticità emerse nelle interviste c’è sicuramente lo spazio aperto antistante la distribuzione: specialmente nei mesi più freddi c’è la necessità di avere uno spazio maggiormente riparato durante l’attesa.

 

Era stato chiesto agli intervistatori e alle intervistatrici di indagare se lo spostamento di sede (dal centro sociale Italicus all’attuale Pronto Soccorso Sociale – Opera Padre Marella) avesse comportato un disagio per gli ospiti e le ospiti: mentre il cambiamento di sede fisica non sembrerebbe aver causato problemi tra l’utenza, è stato però rilevato che parte di essa desidererebbe un ritorno a tavola. Più in generale, quest’ultimo aspetto si inserisce in un bisogno di socialità e di raccontarsi espresso da diversi ospiti.

Particolarmente stimolante è stato il dibattito seguito alla richiesta di avere di avere cibi più speziati o vicini alle cucine/abitudini degli ospiti, nonché la richiesta di specificare con ancora maggiore attenzione la possibilità di avere pasti senza carne di maiale: tutti spunti su cui le Cucine Popolari ragioneranno anche  grazie ai preziosi suggerimenti forniti dagli studenti e dalle studentesse. Tenendo presente che è sicuramente impossibile accontentare tutta un’utenza così variegata, si potrebbe comunque pensare, al rientro dalle vacanze, ad istituire giornate con “cibi dal mondo” o “pasti speciali”. Mentre verrà sicuramente messo in pratica il suggerimento per il cartello multilingue sui pasti senza carne di maiale.

  • CUCINE POPOLARI DI SAFFI

Alle Cucine Popolari di Saffi sono state intervistate 8 persone, tutte scelte tra gli ospiti che consumano abitualmente il pasto a tavola.

Dai lavori degli studenti e delle studentesse è emerso quindi fin da subito come le Cucine Popolari di Saffi Rappresentino una realtà in cui sentirsi veramente a casa. Gli ospiti e le ospiti gradiscono in modo particolare trovare le tavole apparecchiate con posate, bicchieri e anche condimenti come l’olio evo, nonché la possibilità di osservare come viene preparato il cibo grazie alla cucina a vista.

Molto apprezzati sono anche tutti i volontari e le volontarie con cui, a volte, gli ospiti parlano di rapporti di vera e propria amicizia.

Anche qui si registrano difficoltà da parte degli ospiti di carattere più organizzativo: come la difficoltà nel conciliare i propri orari di lavoro con quelli di apertura della mensa oppure le modalità con cui rivolgersi ai servizi sociali.

Molti ospiti si sono detti disponibili a contribuire alle attività della Cucina Popolare come volontari ma di non avere ben chiare le modalità con cui poterlo fare, aspetto che meriterà sicuramente un approfondimento e un’indagine da parte dei volontari/e di Saffi.

Da segnalare un piccolo malinteso che si era creato riguardo il consumo di carne di maiale: visto la netta preferenza per i pasti senza maiale da parte degli intervistati, gli studenti e le studentesse avevano erroneamente dedotto che si trattasse di una mensa dove la carne di maiale non viene usata (ed è per questo che troverete scritto così nella slide relativa alla mensa). L’equivoco è stato prontamente chiarito ma rimangono comunque valide le considerazioni espresse anche per altre mense sul tema (vedi San Donato).

  • CUCINE POPOLARI DI SAVENA

Infine per quanto riguarda le Cucine Popolari di Savena, le più piccole tra tutte quelle di Cucine Popolari nonché le più recenti essendo nate solamente a febbraio del 2022, sono state condotte 5 interviste ad un campione di ospiti misto tra chi usufruisce dell’asporto e chi preferisce mangiare a tavola.

Gli ospiti e le ospiti intervistati apprezzano molto l’ambiente piccolo e confortevole della mensa, fatto di rapporti umani e solidali tra ospiti e volontari/e e tra stessi ospiti.

Torna ad essere molto apprezzato il cibo, sia per quanto riguarda la qualità che la quantità, nonché per la varietà dei pasti.

I coordinatori e le coordinatrici di Savena avevano inoltre richiesto agli intervistatori e alle intervistatrici di indagare quali fossero le alternative degli ospiti a Cucine Popolari essendo la mensa aperta solo dal lunedì al giovedì: è risultato che in molti cucinano a casa, magari utilizzando il cibo avanzato dai pasti di Cucine Popolari o quello distribuito a banco, mentre gli altri si rivolgono ad altre sedi di Cucine Popolari oppure ad altre mense e parrocchie.

In conclusione dell’incontro, c’è stato spazio anche per un momento di gratificazione e commozione, quando sono state proiettate alcune frasi estratte dalle interviste in cui gli ospiti e le ospiti parlano di cosa rappresentino per loro le Cucine Popolari (vedi slides a seguire).


Infine, a settembre verranno forniti anche brevi riassunti di tutte le interviste, sempre rispettando l’anonimato dei partecipanti. Sarà un’opportunità per conoscere le esperienze e le opinioni degli ospiti delle cucine popolari in modo più approfondito.

 

Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato al progetto e contribuito al suo successo, in particolar modo tutte le studentesse e tutti gli studenti, che sotto la guida della professoressa Natali, ci hanno regalato dei preziosi momenti di riflessione, confronto e crescita.

 

Le Cucine Popolari sono un progetto di
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